L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione, che coinvolge 193 Paesi membri dell’ONU, rivolto ad obiettivi comuni come, tra gli altri, la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico.
Un percorso che coinvolge governi, istituzioni, mondo produttivo e dell’economia, ma anche i singoli cittadini. Nessuno è escluso sulla strada della sostenibilità, sì anche il comparto immobiliare ed è semplice capire il perché… Basta pensare che oggi il 50% della popolazione mondiale (3,5 miliardi di persone) vive in città ed entro il 2030 il dato salirà al 60%. Questi poli ad alta densità abitativa occupano più o meno il 3% della superficie terrestre ma consumano circa il 70% dell’energia prodotta rilasciando il 75% delle emissioni di carbonio.
L’Obiettivo 11 dell’agenda parla chiaro: “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” (puoi approfondire qui). Entro il 2030 i Paesi sottoscrittori si impegnano a garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti e ai servizi di base e riqualificare i quartieri poveri. Ma non solo, a potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificare e gestire in tutti i Paesi un insediamento umano che sia partecipativo, integrato e sostenibile, oltre a ridurre l’impatto ambientale negativo pro-capite delle città, prestando particolare attenzione alla qualità dell’aria.
Principi che devono essere necessariamente “accolti” dagli operatori del settore, oltre che dai decisori politici, per tradursi in atti concreti. Malquati Real Estate mette la propria “mattonella” con la promozione di cantieri a basso impatto, progetti di rigenerazione e sviluppo di aree dismesse (scopri di più su Reinventa), ma anche proponendo soluzioni immobiliari che si distinguono in termini di efficienza energetica e materiali ecocompatibili.
Una scelta etica che si affianca ad una precisa indicazione dal mercato. L’Unione Europea ha, infatti, fissato obiettivi chiari: entro il 2030 gli immobili in classe energetica F o G dovranno essere ristrutturati per portarli almeno in classe E. Tre anni più tardi, nel 2033, ci dovranno essere solo abitazioni che siano almeno in classe D e nel 2050 semaforo verde solo per edifici a emissione zero (ne avevamo già parlato qui). Un’operazione rivoluzionaria che solo sul mercato italiano interesserà oltre 12,4 milioni di edifici residenziali e su cui l’UE stanzierà circa 600 miliardi di euro. |
Siamo di fronte ad un punto di non ritorno. Tutti gli indicatori, dagli accordi internazionali alle risorse stanziate, passando un per una rinnovata sensibilità ambientale, ci dicono che il mercato guarda sempre più a immobili sostenibili, ecocompatibili, non energivori. Una tendenza da guardare con ottimismo per chi cerca casa o vuole investire, soprattutto se ben consigliato da professionisti che sanno cogliere le opportunità. |