MILANO – Un’operazione di rigenerazione urbana che ha portato alla costruzione di un complesso residenziale a bassissimo impatto energetico. Al Villaggio Cavour di Settimo Milanese-Seguro sta infatti prendendo sempre più forma il nuovo complesso “Settimo più”, che sarà alimentato da uno dei più grandi impianti fotovoltaici della Lombardia, composto da più di 60 pannelli, abbinati a una serie di altre strategie all’avanguardia per il contenimento energetico. Un intervento che ha portato anche alla bonifica di un’area di oltre 2.200 metri quadri.
A spiegare l’operazione più nel dettaglio è l’architetto Carlo Ravagnati, docente di Composizione Architettonica e Urbana al Politecnico di Torino e autore di numerose pubblicazioni di settore anche di carattere internazionale, consulente di Laboratorio di disegno srl, che ne ha curato il progetto. “Si tratta della concretizzazione di un complesso progetto di sostituzione edilizia, che ha mosso i suoi primi passi nel 2009. Dal 1963 al 2010 quell’area ha ospitato dei capannoni, in cui avevano sede delle officine meccaniche per la produzione di trafilati industriali. Attività che producevano due tipologie di inquinanti: metalli pesanti e idrocarburi che si erano infiltrati nel terreno, fino a raggiungere la falda superiore a una profondità di 4,5 metri. Il contesto ci ha indotti a effettuare una bonifica, avviata nel 2010, anche per volontà della proprietà; successivamente c’è stato lo stop dei lavori per 3 anni, previsto dall’iter, per consentire alle autorità di Polizia competenti di monitorarne gli sviluppi (effettuati fino a 12 metri di profondità). L’iter burocratico è quindi proseguito e i lavori di costruzione del nuovo complesso sono partiti ufficialmente nel 2018. A distanza di circa un anno, ora sono a un elevato stato di avanzamento”.
Settimo Più sarà uno stabile rispettoso dell’ambiente, grazie a una serie di scelte progettuali, che hanno trovato corso nella sua realizzazione. A partire da una grande falda che lo sovrasterà – che nell’estetica richiama un grande “7” inclinato, in omaggio al Comune su cui insiste – che accoglierà l’impianto fotovoltaico-termico con oltre 60 pannelli. “Questa struttura, simile a una vela sorretta da piloni, oltre a consentire consumi energetici bassissimi e notevoli risparmi per i futuri residenti – sottolinea Ravagnati – permetterà agli addetti alla manutenzione di accedere direttamente all’impianto, senza dover disturbare le abitazioni degli ultimi piani. Inoltre la facciata esterna, visibile dalla strada e staccata dal corpo dello stabile, consentirà agli alloggi di incamerare meno calore durante le ore in cui sono investite dal sole estivo e di trattenere più a lungo il calore all’interno nei mesi invernali”. Vanno nella stessa ottica anche i materiali di cui sono composti gli infissi e l’installazione di un impianto per l’irrigazione del giardino, che favorirà il reimpiego di acqua piovana (che sarà raccolta in un’apposita cisterna). “In generale – conclude l’architetto – le tecnologie scelte per tutta l’impiantistica sono davvero all’avanguardia e di altissima qualità”.
“E’ un progetto a cui teniamo molto, perché sposa appieno la nostra filosofia operativa, basata su scelte etiche e sostenibili per i luoghi e le persone che li vivono – commenta Fabrizio Dragoni di Reinventa, branca di Malquati Real Estate specializzata in processi di rigenerazione urbana – Per questo abbiamo scelto di creare un’occasione in cui aprirlo al pubblico e far toccare con mano come quest’area abbia davvero cambiato volto, acquisendo una vocazione e un aspetto urbano fortemente contemporanee”.