Continuiamo a macinare chilometri in giro per il mondo per raccontare il mercato immobiliare “degli altri”. Lo facciamo raccontando le storie di migranti che lasciano l’Italia in cerca di prospettive, stimoli, occasioni e forse di una nuova vita…
In questo terzo viaggio navighiamo verso i mari caldi dei Caraibi…
A L’Avana con Enrico: dove “il tiempo tiene otro movimiento”
“Lo dico sempre: in Europa c’è una logica nella vita di tutti i giorni, dove inizia Cuba termina la logica”. Hemingway? No, parole di Enrico, da Caselle Torinese che da dieci anni vive a L’Avana.
“Dopo aver fatto l’imprenditore in Italia per trent’anni – spiega – ho scelto di staccare la spina: troppo stress, troppe incombenze, troppa burocrazia. Frequentavo Cuba dagli anni ‘90, mia moglie è cubana e così ho deciso di trasferirmi definitivamente in attesa della pensione che finalmente arriverà tra qualche mese”. Un buen ritiro, macché… “Con l’apertura al libero mercato nel 2021 ho costituito una Mypime (l’acronimo per piccola-media impresa) che si occupa di moto e bici elettriche: riparazioni e vendita di ricambi”. L’intuizione giusta visto che ne circolano circa 600 mila in un’isola con 10 milioni di abitanti. “Un buon business e tutto in famiglia con mio figlio che a Panama importa i pezzi di ricambio che poi rivendiamo a Cuba” aggiunge.
Lavoro ma con tempi caraibici. “Da queste parti si dice che il tiempo tiene otro movimiento ed è vero. E’ tutto più rilassato, anche se a volte rimpiango la puntualità. Un Esempio? Capita di chiamare un idraulico e fissare l’appuntamento per le nove del giorno dopo, lui arriva puntuale, certo che sì, ma un paio di giorni più tardi… col tempo ci fai l’abitudine” sorride Enrico. E comunque ‘mal comune mezzo gaudio’ perché numerosa comunità di Italiani residenti a Cuba a dar man forte. “Siamo circa 7 mila, secondi solo agli spagnoli. Sosteniamo la scuola di lingua italiana Dante Alighieri e abbiamo i nostri luoghi di incontro: il ristorante Marechiaro sul Malecon (il lungomare) o Anema E Core, ma anche Quinto Sentidos, nell’Avana Vecchia, per godersi un ottimo cibo cubano” racconta quasi sussurrando che l’unica cosa che gli manca dell’Italia “sono gli amici di sempre, quei ‘ragazzi’ con cui sono cresciuto a Caselle e che non vedo l’ora di ritrovare ogni volta che torno in Italia”.
Un po’ di nostalgia ma tanta bellezza, colori e natura da godere ogni giorno esplorando l’isola, ma anche percorrendo i 20 minuti di strada un po’ malconcia che separano casa dall’ufficio. “Vivo in una casa indipendente ristrutturata” spiega Enrico. “Circa 140 metri quadrati su due livelli, con un po’ di terreno intorno. Quando sono arrivato l’ho pagata 35.000 dollari. La cosa assurda? In proporzione ho pagato di più la FiatUno del ‘94 che ho comprato per spostarmi sull’isola: 13.000 dollari”.
Stiamo parlando di una villetta a poco più di 35 mila euro: quando possiamo cominciare ad investire a Cuba? “Vi piacerebbe!” scherza Enrico. “Qui per comprare devi avere la residenza permanente, ovvero devi essere sposato con un cittadino o una cittadina cubana. Solo allora puoi intestarti casa”.
Un vero peccato, salvo trovare l’amore da quelle parti, anche perché il mercato oggi è ancora più favorevole. Enrico snocciola qualche numero: “Nel 2019 nelle migliori zone di L’Avana come Vedado, molto europea, Plaja o Miramar, la più cara, si comprava con 400-500 dollari al metro quadro. Nel mio quartiere che è più periferico arrivavi a 300. Oggi si spende la metà”. Perché? “Perché il Paese attraversa un periodo di forte transizione – racconta – c’è lavoro ma è povero e tanti cubani sono andati via. Quasi tutte le industrie sono statali e lo stipendio medio di un impiegato statale è di 6.000 pesos cubani… poco più di 20 euro”.
Cola a picco il valore degli immobili ma, di contro, gli affitti sono alle stelle. “Sì, perché, quasi tutti i Cubani hanno una casa di proprietà, l’hanno ricevuta in eredità. Il modo migliore di fare soldi, allora, è affittare agli stranieri facendosi pagare in dollari: dai 400 ai 500 al mese. A voi fare le proporzioni con la valuta locale”.
Per farsi un’idea più chiara e complessiva del mercato basta navigare il sito Revolico nella sezione ‘vivenda’ dove, oltre a trovare un inquietante annuncio di una tomba con ossario a 3.000 peso, vi accorgerete, tra l’altro, che i riscaldamenti a queste latitudini non sono contemplati e che molte case hanno le finestre di ferro “roba da cuocerci le uova quando fa molto caldo” parola di Enrico.