Non è la prima volta che affrontiamo il tema del caro mutui.
L’aumento repentino e costante negli ultimi mesi del tasso di sconto imposto dalla Bce, ha avuto un forte impatto sui tassi di riferimento per prestiti e mutui, soprattutto in un contesto in cui per anni le differenze tra le tipologie di mutuo (tasso fisso e variabile) erano state quasi annullate.
Una situazione non certo incoraggiante per chi intende investire sul mattone.
Il Codacons, infatti, stima un aumento tra 40 e 50 euro sulle rate dei mutui a tasso variabile in essere nei prossimi due anni, e di circa 200 euro per i nuovi mutui a tasso fisso ventennali.
La previsione è confermata anche guardando l’Euribor, l’indice di riferimento dei mutui variabili, che sale fino al 3,5%, al quale vanno aggiunti gli spread applicati dalle banche, per tutto il 2023 e il 2024.
Proprio le proiezioni sull’Euribor lasciano intravedere, però, degli spiragli all’orizzonte.
Il limite del 2024 potrebbe, infatti, aprire ad un nuovo calo dei tassi, confermato dagli esperti della Bce.
Secondo le previsioni l’inflazione si attesterebbe oltre l’8% nel 2022, al 5,5% nel 2023 per calare ancora al 2,3% nel 2024.
Insomma, è solo una questione di tempo? No, anche di buone scelte.
Prima di tutto per chi ha contratto un mutuo a tasso variabile: nei prossimi due anni la rata è destinata a crescere e quindi è consigliabile virare su un tasso fisso attraverso la surroga (i migliori sul mercato si attestano intorno al 4%) garantendosi un taglio dei costi nel giro di sei mesi.
Occhi aperti anche per chi vuole investire o cerca casa “senza fretta”.
Giocare con il timing in queste circostanze fa la differenza.
Un cantiere che muove oggi i suoi primi passi, infatti, potrebbe concludersi proprio nel momento giusto per intercettare un calo dei tassi… un occhio all’Euribor, uno al calendario e carpe diem!