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Legge di bilancio 2024: luci e ombre sul fronte immobiliare

Luci e ombre sul fronte immobiliare nella legge di bilancio 2024. Una manovra che tocca punti sensibili per chi intende comprare casa o sceglie di investire nel mattone. La buona notizia della conferma sulle garanzia ai mutui per la prima casa stride con il colpo di spugna sulle agevolazioni per gli under 36. Tutta da valutare la scelta di aumentare la cedolare secca sugli affitti brevi che dovrebbe, sulla carta, creare spazio per locazioni a lungo termine.  In linea con quanto previsto le scelte sul Superbonus anche se l’introduzione della tassazione sulle plusvalenze in caso di vendita di una seconda casa riqualificata scombina i piani di chi ha fatto precise scelte di investimento… ma andiamo con ordine.

Buone notizie per le famiglie numerose che vogliono accedere al Fondo di garanzia destinato ai mutui per la prima casa che sale a 282 milioni di euro. Hanno diritto i  nuclei familiari che includono tre figli di età inferiore a 21 anni con Isee non superiore a 40mila euro annui; nuclei familiari con quattro figli under 21 anni e con Isee non superiore a 45mila euro; infine nuclei familiari con cinque o più figli con meno di 21 anni e con Isee non superiore a 50mila euro.  Le garanzie variano 80, 85 e 90% in base al numero di figli.

A fronte del supporto ai genitori viene a mancare un’agevolazione molto apprezzata dai figli, quella per under 36 (con Isee inferiore a 40.000 euro) per l’acquisto della prima casa. Stop alle esenzioni dalle imposte di registro, ipotecarie e catastali, del credito di imposta IVA, dall’imposta sostitutiva sui mutui per l’acquisto della prima casa. Si mantiene la garanzia statale dell’80% sui mutui contratti per l’acquisto della prima casa.

Aumenti in vista per chi ha scelto di investire sugli affitti brevi. In caso di locazione breve di un solo immobile resta invariata l’aliquota al 21% ma dal secondo immobile in poi viene applicata la cedolare secca del 26%. Dal quarto immobile l’attività si intende svolta in forma imprenditoriale e quindi non può essere applicata la forma della cedolare secca.

Definita, infine, anche la traiettoria di uscita dal sistema del Superbonus: nel 2024 si passerà al 70% per chiudere nel 2025 con il 65%. A parziale riparazione e tutela degli investimenti un decreto ad hoc per i cantieri avviati, che rispettano i termini e le condizioni del Superbonus 110%, dovrebbe riconoscere il credito d’imposta per i lavori conclusi e asseverati al 31 dicembre 2023. Analogamente si riserverebbe un contributo per le spese – da sostenere fino al prossimo 31 ottobre – per chi ha avviato i lavori e percepisce un reddito inferiore ai 15.000 euro a patto che i cantieri abbiano raggiunto il 60% dell’avanzamento lavori entro il 31 dicembre 2023.

Restando in tema di Superbonus arriva una decisione inattesa per chi ha scelto di sfruttare l’opportunità per riqualificare l’immobile al fine di valorizzarlo. La manovra, infatti, modifica il TIUR sulle Imposte sui Redditi inserendo le plusvalenze realizzate vendendo immobili su cui sono stati realizzati interventi agevolati dal Superbonus. Tradotto: per 10 anni dalla fine del cantiere la somma incassata dalla vendita di una seconda casa verrà tassata al 26%.

25 Gennaio 2024