Cosa ci resta davvero della pandemia e della digitalizzazione?
Quanti “smart” abbiamo aggiunto al nostro vocabolario abituale e quanto in realtà ci semplificano la vita?
Ultimamente si sente molto parlare di SMART CITY. Come tutti i neologismi è un termine un po’ abusato e siccome ci piace approfondire argomenti che ci interessano e che ruotano attorno al concetto di riqualificazione, città, sostenibilità e processi di digitalizzazione, abbiamo pensato di spendere due parole per condividere con chi ci legge il concetto di Smart City.
Una Smart City è un’area urbana in cui, grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali e più in generale dell’innovazione tecnologica, è possibile ottimizzare e migliorare le infrastrutture e i servizi ai cittadini, rendendoli più efficienti.
Questa “intelligenza” applicata alle Pubbliche Amministrazioni diventa – grazie all’utilizzo di determinate infrastrutture tecnologiche – il modo in cui la fruizione dei servizi può migliorarci la vita.
Può riguardare applicazioni veramente vaste: dalla gestione dei rifiuti, alla mobilità, al monitoraggio ambientale, a servizi “salta code” degli sportelli, all’accesso alla sanità, agli ingressi nei musei, all’illuminazione adattiva e tanto altro.
Riferito alla città, il concetto diviene più ampio e allora “Smart” sta per sostenibile, efficiente e innovativa, una città in grado di garantire un’elevata qualità di vita ai suoi cittadini.
Come? Grazie all’utilizzo di soluzioni e sistemi tecnologici connessi e integrati tra loro, che realizzano una “città in tempo reale” monitorata, attraverso sistemi e sensori elettronici, situazioni di potenziale emergenza.
Siamo in tanti nel mondo e, stando ai rapporti delle Nazioni Unite, entro il 2050 il 70% della popolazione globale vivrà in città. Città che sono responsabili del 70% di emissione di sostanze inquinanti.
Noi inquiniamo ed ecco perché il modello di Smart City va di pari passo con gli obiettivi di Agenda 2030.
Quali sono le caratteristiche principali che una città intelligente deve avere?
Secondo il Politecnico di Milano, le infrastrutture tecnologiche necessarie allo sviluppo delle Smart City sono:
Per riassumere i vantaggi che le Smart City ci porteranno possiamo dire che:
Le città sono i maggiori produttori di rifiuti (per il 50% del totale) e i maggiori responsabili delle emissioni di CO2 e sostanze inquinanti nell’aria (per il 60-80% del totale).
La necessità di cambiare il modello di economia lineare, secondo l’approccio “prendi le risorse, utilizzale e butta via i rifiuti”, è fondamentale per diminuire drasticamente questi numeri.
L’economia circolare offre l’opportunità di rispondere a queste sfide, ripensando a come vengono utilizzati i materiali e portando a nuovi modi di creare valore.
Tutti noi dobbiamo contribuire al rallentamento dell’utilizzo di prodotti usa e getta.
Infrastrutture, veicoli, edifici e prodotti: tutto dovrà essere progettato per essere durevole, adattabile, modulabile e facile da mantenere e riutilizzare.
Le cose diventeranno più accessibili – che siano spazi, prodotti o trasporti. Si chiama sharing economy, quando la condivisione lascia spazio al possesso di beni.
Come già accade da decenni nei paesi del Nord Europa, a partire dal quotidiano come le lavanderie condominiali, gli orti e gli spazi comuni negli edifici, l’obiettivo è mettere in contatto le persone con i loro vicini e le loro comunità.
Qualcosa di tutto questo, che a prima vista ci può sembrare ancora lontano dalla nostra realtà, se “aguzziamo la vista” possiamo invece vederlo realizzato sotto i nostri occhi.
In Italia c’è un premio che si chiama Ecohitech Award. Da vent’anni riconosce e valorizza le P.A. che hanno raggiunto significativi risultati in tema di sostenibilità, risparmio energetico, sicurezza e miglioramento dei servizi ai cittadini.
Nel 2020 ha premiato:
– Comune di Pavia: per un progetto “Salta-code” realizzato grazie ad un’App.
– Comune di Roma: per il progetto “Piazze Smart” (wi-fi, palestre all’aperto).
– Comune di Torino: per lo sviluppo di un tool di analisi predittiva per sostenere le politiche di riqualificazione urbana. Un software che ipotizza gli scenari attraverso lo studio di dati “aperti” di diversa natura, come ad es. quelli ambientali, le caratteristiche costruttive del patrimonio edilizio, la mobilità, le risorse naturali locali, ecc.
– Comune di Serrenti: per la realizzazione della “Casa dell’energia”. Due edifici comunali che autoproducono energia e, se serve, se la scambiano grazie ad una microgreed. Un vero esempio delle future “Comunità energetiche”.
– Comune di Antrodoco: la sua rete di illuminazione pubblica è capace di fornire servizi ai cittadini. I lampioni sono diventati – anche – postazioni di ricarica per e-bike. Inoltre, alimentano pannelli informativi, foto trappole per chi getta i rifiuti ed erogatori di acqua.
– Comune di Vercelli: con il progetto “Vercelli LED”, ha sostituito 6.888 apparecchi di illuminazione della città, il 76% del totale. Ora, la città ha una luce con grado di calore diverso a seconda della zona e della tipologia di utilizzo. Il risparmio previsto è di 2.450.000 kw/h l’anno.
– Ancora il Comune di Torino: durante i lockdown ha ispezionato e sanificato posti chiusi grazie a Droni. Innovativo, perché questi ultimi venivano pilotati dagli USA, utilizzando la prima piattaforma mondiale di pilotaggio transoceanico di droni, in tempo reale.
– Comune di Cremona: per un progetto di raccolta di rifiuti, grazie all’utilizzo di cestini intelligenti dotati di batterie di lunghissima durata. In pratica, attraverso sensori, rilevano il grado di riempimento e la frequenza del loro utilizzo. Monitorano e studiano le zone, programmando la raccolta in base all’effettiva necessità.
Insomma, iniziative a 360° dalle quali si può capire come il modello Smart City si possa realizzare anche nei paesi più piccoli e per le cose più “semplici”. A portata del nostro quotidiano.
Quanto ci entusiasma il fatto, che tra i tanti lasciti della pandemia, abbiamo scoperto che non è più necessario prendersi un’intera mattina di permesso per parlare con i professori dei nostri figli. La temuta incombenza può tranquillamente essere assolta da casa in mezz’ora di video-call!
Pensiamo a quanto le generazioni future (e un po’ anche la nostra) potranno godere del tempo “risparmiato” in una giornata, grazie ai servizi digitali delle città. Tempo che potrà essere dedicato a sé stessi e ai propri affetti, per toccare con mano i veri vantaggi delle città intelligenti.